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MIMOSA
Rametto di mimosa


Sogno o son desto? Ecco come sognare la realtà attraverso un obbiettivo fotografico

«La fotografia è da sempre stata una piacevole passione che mi ha permesso di scoprire un mondo incantevole che solitamente passa inosservato al comune osservatore.
Oltre ai paesaggi fraschetani, il mio interesse si incentra sulla fotografia macro, in special modo sul mondo degli insetti, incontrastati dominatori della mia campagna. Sono proprio questi brulicanti esseri fatati che regnano fra l'erba o che planano a mezz'aria ad accompagnarmi, assumendo l'aspetto di guide ultraterrene, durante le mie vagheggianti e lunghissime escursioni, introducendomi attraverso un passaggio spazio-dimensionale largo appena quanto la cruna di un ago ma che si spalanca davanti ai miei occhi dilatandosi nella mia mente e offrendomi la possibilità di riacquistare quella dimensione fanciullesca concessa per troppo breve tempo a noi esseri umani. Si tratta di un vero e proprio Paese delle Meraviglie dove la cognizione del tempo resta sospesa sino a quando non mi risveglio, per caso, dall'incredibile sogno nel quale mi ero immerso chissà quanto tempo prima.

Collisioni di colori in rapido mutamento, avveniristiche strutture mai viste nell'architettura umana, fantasmagorici esoscheletri capaci di superare qualsiasi ostacolo, ultralussuose astronavi viventi capaci di librarsi nell'aria o di immergersi a tempo record in una pozza d'acqua, macchine organiche capaci di trasportare o sollevare incredibili pesi rispetto alla loro dimensione... wow! Tutto questo fa parte di quell'invisibile regno che ci circonda affascinandoci, inquietandoci, impaurendoci. Non c'è bisogno di abusare scioccamente di anfetamine per godere di un tale esaltante e caleidoscopico spettacolo naturale.
Ciò che conservo di queste insolite micro avventure non sono solo vivide immagini impresse nel mio terzo occhio, bensì preziose testimonianze che desidero condividere con tutti voi.
Immagino che ora vi starete chiedendo di quali potenti strumentazioni fotografiche faccia mai uso. Be', penso proprio che resterete alquanto delusi perché, a parte una vecchia reflex a pellicola, non ho mai posseduto strumenti fotografici particolarmente sofisticati (e non conosco di certo persone così facoltose capaci di sponsorizzare un simile sognatore con strumentazioni più adeguate ai suoi scopi). Ma questa limitazione tecnologica non mi ha mai scoraggiato più di tanto né impedito di immortalare gli stupendi paesaggi della Fraschetta (la mia terra natìa) con la loro magica atmosfera e il misterioso microcosmo che ruota loro attorno. È il fortunato dramma di ogni artista nato e vissuto povero in canna...
In fondo, l'utilizzo di piccoli strumenti fotografici (una compatta o addirittura dei telefoni cellulari) è visto come una sfida per forzare i limiti prestazioniali di quella particolare fotocamera (messa a fuoco, qualità dell'immagine, ...).
Miminalismo
è la mia parola d'ordine.
Le fotocamere in mia dotazione sono infatti molto minimaliste (compatta Nikon Coolpix, cellulare Sony-Ericsson, cellulare Nokia Lumia). I limiti di questi piccoli gioielli tecnologici sono legati fondamentalmente alla qualità dell'immagine che il costruttore si era prefissato di raggiungere durante la progettazione dello strumento e all'uso che un utente medio potrebbe farne in base alle proprie esigenze. Da quel punto in avanti si tratta solo di forzare alcune caratteristiche proprie dello strumento per ottenere l'impensabile... Anche se a queste case produttrici, veri colossi mondiali della tecnologia, non importerà un fico secco della mia opinione personale, mi sento comunque in dovere di ringraziarle per permettermi ogni giorno di sognare ad occhi aperti, anzi, a... obbiettivo aperto.
La mia terra, nonostante sia coltivata in maniera intensiva, ha mantenuto un aspetto rude e selvaggio, proprio come il carattere dei suoi abitanti. Adoro immortalare l'atmosfera mutevole della mia amata campagna.
Ecco quindi la mia scelta di preferire curare l'immagine dal punto di vista emozionale
piuttosto che riporre l'attenzione su uno sterile e superfluo tecnicismo fotografico. Quest'ultimo lo lascio volentieri ai veri reporter professionisti, che usano determinate strumentazioni e lavorano per la carta patinata. E se devo dirla tutta, mi fanno compassione coloro che si improvvisano provetti fotografi, armati di strumenti fotografici dei quali non sanno che usare una minima parte delle loro dotazioni e si dilettano di fotografia scattando brutte immagini prive di vita e di poesia. Non c'è dubbio che la fotografia deve documentare ma deve pure permettere alla nostra mente di fruire una sensazione che di solito l'occhio umano riesce già a sopperire senza un obbiettivo intermediario; perciò, occorre essere molto bravi durante lo scatto, cercando di rapire quell'atmosfera che avvolge il nostro soggetto, esaltandone i colori e rendendola palpabile e godibile. Un paesaggio va prima di tutto vissuto e compreso appieno; non basta scattare a casaccio tutto ciò che vediamo dando, magari, alla foto il titolo "benvenuta primavera". Un soggetto va analizzato girandogli attorno prima di immortalare la sua forma. Il soggetto va conosciuto e scrutato prima con gli occhi e impresso bene nella mente. Una volta chiariti l'oggetto e la sua ambientazione con atmosfere e luci si effettuerà il fatidico "click".
Per il momento preferisco restare quindi fra le mie compatte e i miei cellulari (che ammetto usare più come fotocamere che come telefoni) perché adoro quando la sfida si fa più ardua, soprattutto quando il soggetto è un minuscolo insetto restìo a lasciarsi immortalare e mi richiede lunghi appostamenti sotto il sole rovente o mi costringe a restare in equilibrio precario in posizioni assurde cercando di non tremare per lo sforzo immane. Carpe diem!».


Sigle:
DSC = fotogrammi scattati con Sony-Ericsson;
DSCN (o nessuna sigla prima del numero) = fotogrammi scattati con Nikon Coolpix;
WP = fotogrammi scattati con Nokia Lumia.

© Gian Luigi Prati


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